Riscopriamo X-Men Legends, un action RPG che si è perso nel tempo
Negli ultimi anni i videogiochi tie-in, ovvero quei prodotti basati su licenze fumettistiche o cinematografiche, hanno invertito una marcia e spezzato un trend che fin dall’alba dei tempi portava a ghettizzare tutta una serie di prodotti che, all’atto pratico erano veramente mediocri e concepiti per banali motivi di lucro per sfruttare la popolarità che la licenza stava vivendo in quel preciso momento storico.
Gli X-Men della Marvel hanno un trascorso videoludico fatto veramente di grossi alti e clamorosi punti bassi che sarebbe meglio dimenticare. Tra picchiaduro mediocri e altri di notevole spessore prodotti da CAPCOM, culminati poi nella serie Marvel Vs Capcom, i mutanti della Casa delle Idee hanno spaziato molto nei generi: da platform, passando per action che il più delle volte erano mediocri fino agli RPG, ed è li che si celano due chicche diventate cult: i due X-Men Legends prodotti da Activision e sviluppati da Raven Software per GameCube, PlayStation 2 e Xbox.
X-Men Legends è quell’action RPG che non ti aspetti
Annunciato nel 2003 e distribuito sul mercato nell’anno successivo da Activision, X-Men: Legends segnò per la prima volta il debutto di Raven Software nel mercato delle console fisse ed è stato concepito in uno dei periodi storici più floridi dello studio, reduce da una sfilza di grossi successi nel mercato PC
Alla base del concept di X-Men Legend vi era la volontà di realizzare un titolo nel quale i giocatori avrebbero avuto il pieno controllo su un gruppo di mutanti. Il giocatore aveva dunque la possibilità di cambiare in tempo reale il controllo del personaggio, sfruttandone le peculiarità. Questo avrebbe inoltre permesso di dare ampio respiro all’idea di “gruppo” che accomuna tutte le storie degli X-Men, ignorato fino a quel momento da altri videogiochi.
Inizialmente Raven aveva addirittura pensato di proporre un gioco sulla falsariga dei Final Fantasy, rievocando la ATB dei titoli Square Enix. Dopo attente valutazioni però, lo studio arrivò alla conclusione che la soluzione adatta, vista la tipologia di licenza in questione, avrebbe trovato una sua ragione d’essere in un contesto si ruolistico, ma comunque action.
Nella fase preliminare dello sviluppo erano stati pensati diversi concept per il gameplay, ma alla fine la scelta è ricaduta su quella dei classici dungeon crawler con visuale dall’alto, richiamando un po’ allo spirito dei Diablo. Il twist ovviamente stava tutto nell’idea della gestione del gruppo, con il giocatore che avrebbe avuto la possibilità di costruire delle sinergie tra i vari personaggi , ognuno caratterizzato da specifici stili di combattimento.
Per esempio personaggi come Colossus pagano la loro incredibile forza con l’impossibilità di raggiungere determinate aeree che potrebbero richiedere Iceman, capace non solo di elevarsi sfruttando le piattaforme ghiacciate, ma anche di creare degli status negativi dei nemici sfruttando le sue capacità. Tutta l’idea alla base del gameplay di X-Men Legends ruotava attorno al concept delle già citate sinergie e questo ben si sposava con una componente multiplayer a schermo condiviso, che il team ha aggiunto solo nelle fasi avanzate dello sviluppo.
Una storia originale incentrata sugli X-Men
Pianificato il progetto, il team mise insieme un collettivo di ex-autori Marvel per assemblare una squadra di sceneggiatori chiamata “Men of Action”. Facevano parte del gruppo Duncan Rouleau , Joe Casey , Joe Kelly e Steven T. Seagle.
Nonostante quello fosse un periodo storico particolarmente attivo per i mutanti grazie ai film prodotti dalla 20th Century Fox, la fucina di cervelli messa in piedi da Raven optò per una storia completamente originale che avrebbe avuto al centro della sua storia Alison Crestmere, alias Magma. Essendo un personaggio minore apparso in varie storie dei New Mutants, gli autori sfruttarono la sua poca notorietà per raccontare una nuova origin story che potesse trasmettere ai giocatori un maggior senso di immedesimazione e appartenenza al gruppo degli X-Men.
E’ evidente insomma quanto Raven abbia tratto forte ispirazione proprio dalle produzioni nipponiche di casa Square Enix per costruire un progetto ben più articolato di un banale action con visuale dall’alto e infatti a conti fatti il gioco riusciva tranquillamente a scrollarsi di dosso quella fastidiosa aura da ennesimo tie-in mediocre.
X-Men Legends proponeva meccaniche ruolisitiche piuttosto ramificate nel suo sistema di progressione: i quattro eroi del party guadagnano punti esperienza, salgono di livello e sbloccano nuovi poteri, incluse nuove abilità passive che vanno a rendere sempre più unnico ognuno dei personaggi presenti nel roster. A questo poi si associavano gli accessori che, proprio come in un RPG, aggiungono o migliorano le capacità già esistenti di un personaggio.
Non bastasse, i personaggi possono combinare gli attacchi per creare una combo, in cui due o più giocatori usano i loro poteri mutanti su un singolo nemico contemporaneamente. Le abilità speciali dei personaggi possono essere utilizzate per creare una “Super Combo” quando combinate con un “Xtreme Power” che diventa disponibile una volta raggiunto il livello 15. La quantità di finezze messe sul tavolo dal team di sviluppo era veramente incredibile e per la prima volta un videogioco sulla licenza degli X-Men riusciva a replicare perfettamente lo spirito del fumetto, mettendo al centro del suo gameplay proprio la collaborazione della squadra e non del singolo mutante di turno.
Non mancano poi gli infiniti collezionabili sparsi in giro, che danno accesso a segreti come nuovi costumi, sfide, e bozzetti vari nascosti nella X.Mansion, che fungeva da vero e proprio hub prima di ogni missione. Il 2004 inoltre era ancora il periodo d’oro dei mitici “Konami Code”, che attraverso le combinazioni più disparate permettevano di accedere anzitempo agli sbloccabili più succulenti.
L’enorme successo di X.Men Legends, di critica e pubblico, generò un sequel intitolato X-Men Legends II: Rise of Apocalypse nel 2005, che affinava maggiormente le meccaniche del suo predecessore. Un terzo capitolo non ha mai visto la luce, tuttavia sotto l’egida di Activision Raven ha ripreso lo scheletro originale di questi giorni per espanderlo oltre il mondo dei mutanti con Marvel Ultimate Alliance, pubblicato nel 2006 su tutte le piattaforme esistenti di quel periodo.
Seppur focalizzato su una storia di più ampio respiro che coinvolgeva eroi e villain provenienti da ogni anfratto dell’universo Marvel, Ultimate Alliance evolveva ogni singolo aspetto degli X.Men Legends, seppur mantenendo una formula di gameplay pressoché identica, al punto da risultare forse anche troppo conservativo dopo tre release.
Oggi i due X-Men Legends rientrano purtroppo nella categoria degli abandonware, preservati da chi ha avuto la fortuna di conservarne le copie fisiche, dato che Activision (ora Microsoft), non detiene più i diritti per la pubblicazione di questi giochi. La speranza è che, con il rilancio fumettistico e cinematografico che stanno vivendo in questo periodo i Mutanti, la Marvel/Disney possa trovare un modo per riportarli sul mercato, come d’altronde sta effettivamente accadendo con i picchiaduro di Marvel Vs. Capcom.